Avvenire
19 Maggio 1998 Nello Scavo
Premio Nobel,
il Congresso Usa ricandida un pacifista siciliano
Oltre all'annuale
forum internazionale per l'educazione alla pace, che ha luogo nella
sua città, Ficili tenta di riportare al dialogo in alcune zone
di guerra, come quelle che vedono opposti i turchi ai curdi e, nello
Sri-Lanka, i tamil ai cingalesi. L'opera di Ficli trova ispirazione
in personalità come GiorgioLa Pira e nei tanti uomini di Chiesa
che ovunque nel mondo sono validissimi operatori di pace. Prima degli
storici accordi di Washington siglati da Rabin e Arafat, a Siracusa
si incontrano importanti diplomatici israeliani e palestinesi. E l'appuntamento
tra delegati delle due diplomazie si ripete ogni anno.
Scrivendo alla commissione per Il Nobel Barbara Kennelly ha elencato
le iniziative di Ficili dal lavoro nel campo profughi di Vukovar, durante
il conflitto nell'ex Jugoslavia, alla costruzione di pozzi e ospedali
in Africa. Negli Usa il pacifista siciliano è conosciuto più
che in Italia. Li gli anno attribuito una lurea ad honorem cha ha aggiunto
alle due, una in filosofia l'altra in pedagogia, conseguite da regolare
studente alla Cattolica di Milano.
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Segno nel mondo
Sette
21 Gugno 1998
di Nello Scavo
Il professore della pace
Un insegnante
siciliano, candidato al Nobel per la quarta volta, lavora, quasi in silenzio,
per l'educazione alla non violenza. Mediatore nella questione curda e
in quella che insanguina la Sri-Lnka. Bruno Ficili sogna oggi, un grande
accampamento di pace al posto dell'ex base missilistica di Comiso
Come
tutte le mattine il professor Bruno Ficili se ne stava seduto alla sua
scrivania, quella di direttore didattico di Priolo, il centro che ospita
il petrolchimico di Siracusa, bue missili terra-terra, fatti decollare
dal colonnello Gheddafi alla volta di Lampedusa, si erano inabissati a
poche miglia dalle coste dell'avamposto italico. "Capii allora che
la guerra", racconta oggi Ficili, "non poteva più restare
un affare che doveva riguardare solo gli altri". Fu in quel giorno
di undici anni fa che l'insegnante siciliano cominciò a chiedersi
come si poteva "formare alla pace".
Ora Bruno Ficili si vede candidato per la quarta volta consecutiva al
premio Nobel per la Pace. E a proporre il suo nome alla commissione per
il Nobel è ancora una volta un nutrito gruppo di membri del Congresso
degli Stati Uniti.
Primo sostenitore della candidatura e' Barbara Kennelly, esponente di
spicco del partito democratico. Già nel 1996 Ficili entrò
a far parte della lista dei tre finalisti. Quell'anno il Nobel fu assegnato
ex aequo a monsignor Ximenes Belo, vescovo di Timor e a Ramos Horta, rappresentante
degli indipendentisti di Timor. Erano gli anni della crisi libico. A Comiso,
non lontano da Siracusa, i pocifisti si incotenavano alfa cancellate di
una delle basi missilistiche della Nato. Sullo sfondo dei "giochi
di guerra", Bruno Ficili, oggi cinquantasettenne con moglie e due
figli, ideò quello che è adesso diventato un appuntamento
annuale: il Forum internazionale per l'educazione alla pace. Un'iniziativa
apprezzata molto dagli Stati Uniti dove Ficili e' stato invitato a tenere
conferenze. Nel Connecticut gli hanno attribuito fa laurea honoris causa
in Lettere umanistiche.
Adesso fa da mediatore nella guerra contro i curdi e in quella che oppone,
nello Sri-Lanka, i tamil e i singalesi. Al forum di Siracusa, prima degli
accordi di Washington siglati da Rabin e Arafat, face dialogare rappresentanti
dell'Olp e del governo d'Israele. Poi, in Bosnia, nel campo profughi di
Vukovar, radunò i bambini e fece partire le adozioni a distanza.
A Bonn ha incontrato lazoar Kaia, presidente in esilio del parlamento
curdo al quale ha assicurato il suo appoggio.
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LA SICILIA
25 ottobre 1998
Consegnata da Ficili all'Onu
La bandiera degli alunni
"Dieci,
cento mille volti di ogni razza e nazionalità impressi su una cravatta
ricevuta in dono da un senatore americano durante una delle tante spedizioni
di pace all'estero di Bru no Ficili. E' stato lo spunto grafico per la
realizzazione del la bandiera per la pace. La prima bandiera per la pace
al meno per quanto riguarda la Sicilia che da oggi sventola sul pennone
della sede Onu.
Presto la bandiera per la pace, realizzata dagli studenti del circolo
didattico di Priolo e Sortino in otto mesi dl lavoro con il supporto degli
insegnanti, sarà accolta anche al Vaticano e dal presidente della
Repubblica, all'Unicef e presso tutti i capi degli stati costretti al
doloroso stato di belligeranza. Il messaggio e il suo significato. Tanti
bambini, proprio come gli autori, ciascuno rappresentante il proprio Paese,
si tengono per mano quasi a formare un cerchio da cui si diramano sei
raggi, sei colori che accomunano tutte le bandiere del mondo: bianco,
rosso,verde, giallo, nero. Un arco baleno che prende forma dal tradizionale
simbolo della pace universale. Sullo sfondo l'azzurro del cielo, del mare,
del villaggio globale dl fratellanza. Se si preferisce, l'azzurro del
l'Italia.
"In effetti, l'idea della bandiera nasce proprio dal profondo dell'Italia,
da Siracusa, - dice Bruno Ficili - ed è un fatto che tengo molto
a sottolineare durante I congressi internazionali e le visite ai capi
di Stato". Il marchio doc di provenienza è garantito dalla
scritta in Italiano.
Niente "targhe" straniere o universali per questo veicolo meraviglioso
di pace già presente con otto suoi duplicati in America. Il messaggio
è veloce; chiaro ed eloquente, porta con sè tutta la freschezza,
la semplicità dell'autore: il bambino appunto, autentico portatore
dl pace e tolleranza specie nei luoghi dove guerra e miseria fanno incetta
dl vite u mane, dove soldati-baby vengono addestrati alle nefandezze e
agli orrori del conflitti civili. Dove vecchi capi dl Stato vengono deposti-e
condannati a mille anni di prigionia o al confino eterno dalia propria
patria. Algeria, Kosovo, Bosnia, Ruanda, Burundi, Russia, queste le prime
mete che riceve ranno in dono la prima bandiera per la pace direttamente
da Siracusa, già indicata quale città dei bambini e dei
diritti civili dell'uomo, cosi come si legge sul cartello dl benvenuto
all'entrata e all'uscita del centro abitato. La stessa effige farà
anche da egida ufficiale alle prossime due assemblee convocate dal rettore
dell'Università centrale del Connecticut, divenuta da qualche tempo
centro sperimentale per l'educazione alla pace sulla terra. Una bandiera
che non conosce confini, nè fa distinzione dl razza, che non vuoi
frontiere e che circola senza ostentare "targhe" di provenienza.
E' la bandiera universale e molto presto altre ottocento sventoleranno
In altrettanti quartier generali addetti al compito difficile dell'educazione
alla pace. "La scuola è il primo centro di educazione alla
pace - dice Bruno Ficili, ambasciatore di pace nei mondo ma ancor prima
educatore dell'infanzia -.'La pace deve partire dal bambini nel momento
particolare di crescita e di predisposizione al dialogo; alla solidarietà,
alla cooperazione tra I popoli"
Rosa Tomarchio
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